venerdì 11 maggio 2007

Ego quoque?

Audrey

E' strano come avessi tanto tempo per me mentre ero raffreddata a casa settimana scorsa. E' stato bello. Avere modo di potermi vivere una giornata intera tutta per me. Alzarsi tardi, di martedì, poter aprire le persiane di casa e vedere l'albero verde di fronte alla finestra, sentire i suoni delle case accanto, la donna matta che parla da sola sul terrazzino di fronte, la vicina sotto che spazza, i muratori che finiscono la ristrutturazione accanto. Poi, lasciata la finestra, fare due passi un cucina, prepararsi il caffè nella moka, e nel frattempo andare in bagno a sedermi sonnacchiosa sul water, lavarmi per benino il muso e nel frattempo sentire il caffè uscire. Poter versare il caffè, metterci il latte freddo e inzupparci dei bei biscottoni di fronte alla tv.

Mentre sono seduta, voltare lentamente il viso verso la finestra.. un po' di luce mi fa socchiudere gli occhi, e vedo il sole che passa attraverso i rami del glicine... e poter godere di quella vista, della mia solitudine, di un cane sonnacchioso che vuole coccole e che ti guarda stupito: "Ma che ci fai a quest'ora a casa? Di solito sono io che appena te ne vai mi metto a fare il padrone, metto il grembiulino, passo l' aspirapolevere, sbatto i cuscini... che ci fai qui?" E poi avere tempo per pensare, un tempo dilatato, non morsicato qui e lì, pensare che c'è ancora una vita personale vissuta umanamente, non istericamente, perchè non riesco mai a fare tutto quello che vorrei.

E allora mi risiedo davanti al computer e comincio a dedicarmi al mio mondo. Al mio blog (avete visto quanti bei post di informazioni risalgono a quei giorni di pace?), ai libri per bambini sottratti in fiera a Bologna, a ritagliare, disegnare, chattare, comunicare, sistemare foto su Flickr e avere anche modo di conoscere una mamma brasiliana che fa pupazzi bellissimi per sua figlia.

Poi mi rimetto a sistemare un paio di cosine, pranzo e mi godo il primo pomeriggio, sdraiata sul divano a vedermi tutti quei programmi trash di Maria De filippi che mi vedevo quando ero studente, mi annoio e ritorno ai miei rituali d'arte e comunicazione, scrivere, pensare...pensare a cosa fare del mio futuro prossimo. Lasciare il lavoro a settembre per dedicarmi al mio sogno di disegnare, di avere una professione artistica e indipendente per il mio futuro. Oppure tirare ancora avanti aspettando che qualcosa accada in quel posto, che ci sia un aumento, una posizione più prestigiosa, una responsabilità non piu solo burocratico-relazionale ma anche artistica. Perchè uno che si sente di avere un mondo interiore potente, si sente di rischiare per non avere rimpianti futuri, ha comunque paura di buttarsi? Sarà perchè è la scelta sbagliata?Ho bisogno di consigli cari lettori...ho davvero bisogno di un aiuto concreto da parte vostra...lasciatemi dei commenti. Ve ne sarò grata. Lasciare quel lavoro, con un contratto di 6 mesi in 6 mesi, 8 ore al giorno, per 1000 euro al mese, in cui mi viene dato un ruolo di pubbliche relazioni ma anche di porta valigie e correggi lettere, per buttarmi in una scuola costosa di illustrazione dove forse potrei realizzare un sogno. Di essere io padrona del mio destino. Di avere in mano la tecnica artistica che prediligo e per cui ho una passione ormai da una decina d'anni? La spesa per la scuola e l'investimento di energie sarà molto grande, finirò a 31 anni, e non ho garanzie di riuscita poi concrete nel settore. Ma è il mio sogno, la mia passione. E' così che mi voglio vedere da grande. Assieme al mestiere di autrice di testi. Cosa che sto già facendo ora.

Prego chi se la senta di lasciarmi un commento di farlo. Sarei molto felice di sentire le vostre opinioni. Ne ho un gran bisogno!

3 commenti:

Massimo ha detto...

Sarò conciso: get rid of the white-bearded couple and dare to dream!... Anche perchè quello che fai lì ha più a che fare con l'assistenza agli anziani che con le PR, credimi.

la casa a pois ha detto...

Grazie massimo, lo sai che le tue parole sono sempre preziose.

Anonimo ha detto...

Ciao fra,
Sono appena tornata a casa e ho letto il tuo sfogo. Quello che posso dirti è che sono convinta che le sorprese non finiscano mai, e che se rinunci adesso non smetterai mai di chiederti "e se avessi fatto la scuola?" Riusciresti a vivere con questo pensiero? In fondo perché pensare che dopo i 30 anni saremo tagliati fuori? Hai idea di quello che c'è in giro? La professionalità è ormai una merce rara, e la passione per quello che si fa lo è ancora di più.
Come diciamo noi "si chiude una porta e si apre un portone".
La vita va vissuta, con i suoi rischi che la rendono bella. Chi si ferma è perduto, e non si può mai sapere quanti milioni di strade si apriranno davanti a te.
So già che hai deciso cosa fare, perché il cuore va ascoltato, se no ti fa male, e se la spinta in più che ti serve per cancellare i dubbi è l'approvazione degli amici, allora faccio molto di più, e ti do' addirittura la mia benedizione! Ti abbraccio forte e spero di vederti presto. ;) Superciccia dalla sicilia

P.S. Salutami quel tesorino di nico che mi manca un casino